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Guardano verso l’alto di gamma e verso più elevate prestazioni i nuovi modelli dei trattori serie “Arion” e “Axion” di Claas, entrambi migliorati nelle trasmissioni e nei comandi in cabina

“Arion” e “Axion” di Claas

Più grandi e più potenti. Queste le caratteristiche salienti delle macchine che il futuro agricolo pare chiedere a gran voce già nel breve periodo come è facile dedurre analizzando i dati del recente passato. Dal 2003 a oggi le potenze medie delle grandi macchine da raccolta e dei trattori sono in effetti stati costantemente in crescita, con le trincia che in 15 stagioni han visto le loro prestazioni motoristiche medie salire da 433 cavalli a 576 e le mietitrebbia da 262 a 374. Trend ancora più accentuato per i trattori, potenziati in ragione del 50 per cento circa passando dai 103 cavalli medi del 2003 ai 155 di oggi. Quanto sopra in ragione di un’altra crescita, relativa alle superfici medie delle aziende agricole europee. In Germania, per esempio, le realtà superiori a cento ettari erano 28 mila nel 2003, pari al 48 per cento del totale, mentre oggi sono 37 mila rappresentando il 60 per cento dell’agricoltura teutonica e lo stesso si registra in Francia, ove le aziende superiori ai cento ettari sono salite da 83 mila a cento mila, passando in 15 anni dal 49 al 65 per cento del totale. A fronte di tali evidenze non stupisce quindi se nello stesso lasso di tempo tutte le principali Case costruttrici molto hanno investito per ampliare verso l’alto i range prestazionali e funzionali delle proprie macchine e delle proprie attrezzature. Particolarmente impegnata su entrambi i fronti Claas, azienda che fin dalle sue origini si è proposta sul mercato con un’offerta full line in grado di abbracciare quasi tutti i sistemi di lavoro oggi in auge in campo agricolo spaziando dai trattori alle attrezzature, alle grandi macchine da raccolta. Proprio tale filosofia è stata ribadita nel luglio scorso in occasione del lancio delle novità 2018 relative ai trattori e alle attrezzature, con i primi che hanno vissuto upgrade profondi a livello di serie “Arion” e “Axion”, suddivise nelle famiglie “400”, “500” e “600” per la prima e “800” e “900” la seconda. Molto diverse fra loro per strutture, prestazioni e profili di missione, entrambe le serie sono state oggetto di rimotorizzazioni tese da una parte a inserire sottocofano propulsori omologati in stage 4 e dall’altra ad accrescere i range di potenza fruibili dagli operatori. Un esempio in tal senso il passaggio dai 165 cavalli di “Arion 550”, fino a ieri top di gamma, agli attuali 205 di “Arion 660”, prestazioni comunque erogate da unità turbocompresse “Dpf Power Tech Pvx” i cui emissionamenti sono ottenuti mediante un mix di sistemi egr, scr, dpf e catalizzatori doc. Stesso trattamento per la serie “Axion” che ora vede al proprio vertice il nuovo “960” da 445 cavalli, 35 in più rispetto a quanto proposto dal precedente top di gamma “Axion 950” che resta comunque in produzione accreditato di 410 cavalli unitamente ai modelli “940”, “930” e “920” le cui potenze sono rispettivamente di 385, 355 e 325 cavalli. In questo caso i trattori sono però mossi da motori “Cursor 9” di produzione Fpt Industrial omologati in stage 4 sulla base di un esclusivo sistema di emissionamento che opera solo mediante un post trattamento scr abbinato ad aspirazioni forzate mediante turbocompressori a geometria variabile pilotati per via elettronica. Comune a tutti i mezzi serie “900” anche le trasmissioni continue “C-Matic” di derivazione “Zf TerraMatic” a quattro gamme che permettono di marciare da fermo a 50 all’ora senza agire su alcun comando diverso dall’acceleratore, mettendo anche a disposizione i 40 all’ora al minimo regime possibile in funzione del carico. Con l’inserimento del nuovo “960” gli “Axion 900” accentuano in definitiva il loro ruolo di mezzi di grandi prestazioni e di elevato contenuto tecnico, trend peraltro fatto proprio anche dalla già citata serie “Arion” con le sue nuove famiglie “400”, “500” e “600” le cui nuove sovrapposizioni in termini di potenze permettono agli operatori di adeguare in maniera calibrata prestazioni e masse alle proprie esigenze di lavoro. Un esempio in tal senso è dato dai due modelli da 145 cavalli di potenza massima “Arion 530”, intermedio fra i tre modelli “500”, e “Arion 610”, di attacco della serie “600”. Il primo risulta però accreditato di un passo da due mila e 564 millimetri e da una massa di 58 quintali che rendono la macchina quanto mai versatile in campo e su strada mentre il secondo con un passo più lungo, due mila e 820 millimetri, e una massa di quasi 66 quintali molto si orienta al campo aperto. Quanto sopra senza dimenticare a soli cinque cavalli di distanza si piazza poi “Arion 460”, che con la sua massa di 51 quintali e un passo inferiore ai due metri e mezzo si propone quale trattore agile e dinamico in grado di far fronte con successo anche a eventuali impieghi in azienda. Medesima sovrapposizione di potenze massime, 165 cavalli, fra il top di gamma della serie “500”, ”Arion 550”, e il secondo modello dal basso dei “600”,”Arion 630”. In questo caso però cambiano le architetture delle motorizzazioni che si propongono a quattro o sei cilindri a seconda si parli di serie “400” e “500” o della serie “600”. Diverse quindi anche le cilindrate, pari rispettivamente a quattro litri e mezzo e sei litri e 700 centimetri cubi, e diverse le erogazioni di coppia, con i sei cilindri che oltre a proporre cilindrate superiori ovviamente risultano anche più fluidi e regolari nelle erogazioni grazie alla miglior continuità ciclica delle combustioni e quindi più orientati a far fronte a utilizzi heavy duty. Da segnalare che a livello di trasmissioni gli “Arion 500” e “600” possono disporre come gli “Axion 900” di trasmissioni “C-Matic”, ma a due gamme, fermo restando che di serie si propongono con un powershift robotizzato a sei stadi “HexaShift” che su strada può operare come un vero e proprio cambio automatico. Un gruppo analogo ma a quattro stadi di power shift equipaggia invece di serie gli “Arion 400” che in opzione possono però essere anche loro dotati di power shift “HexaShift”. Tutte le trasmissioni sono state riviste nei contenuti per adeguarle alle nuove coppie motrici e tutte dialogano in tempo reale con le unità di propulsione sulla base di software messi a punto da Claas in un’ottica di ottimizzazione costante dell’efficienza che, sui nuovi modelli, risulta migliorata di un tre per cento circa. Tradotto in parole povere ciò significa che a parità di lavoro svolto i nuovi modelli consumano meno.

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