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Aggiornati nei contenuti tecnico-funzionali per meglio rispondere agli sviluppi del mercato e delle nuove normative europee, i Landini serie “4” si propongono quali aziendali di media potenza improntati alla versatilità e alla polivalenza grazie all’elevato grado di personalizzazione offerto

Landini serie “4”

In medio stat virtus recita un celebre detto latino. Un’affermazione che vuole simboleggiare come la soluzione migliore spesso e volentieri stia a metà tra due estremi opposti, rappresentando di fatto il miglior compromesso tra necessità differenti. Apparentemente inconciliabili tra loro, tali esigenze trovano viceversa la loro sintesi nella combinazione di entrambe, creando attraverso ciò un valore aggiunto in termini di versatilità. Esattamente ciò che rappresenta la fascia di potenza media nell’ambito trattoristico, un segmento che in effetti allinea le macchine considerate più eclettiche e polivalenti dell’intero mercato, capaci di operare con successo sia nelle applicazioni in pieno campo sia nelle attività di manutenzione e movimentazione aziendali, senza disdegnare il trasporto su strada. Tutti ambiti cui guardano non a caso i rinnovati Landini serie “4”, aziendali moderni e ricchi di contenuti anche nelle loro versioni base che si propongono quale linea di prodotto improntata alla versatilità e alla polivalenza grazie all’elevato grado di personalizzazione offerto in funzione delle singole esigenze operative. Una filosofia progettuale che i tecnici Landini non hanno ovviamente tradito al momento di mettere mano alle macchine per sottoporle a un processo di aggiornamento teso a evolverne le soluzioni tecniche in risposta agli sviluppi e alle richieste del mercato, un percorso che ha dato vita a una serie strutturata sulla base di sei modelli che a loro volta si suddividono in due sotto serie, una della quali copre le potenze massime di 70, 75 e 88 cavalli, mentre l’altra spazia fra gli 90 e i 107 cavalli, passando attraverso i 99 cavalli. Tutte tarature realizzate da propulsori Deutz in architettura a quattro cilindri, da due litri e 900 di cubatura nel primo caso e da tre litri e 600 centimetri cubi nel secondo, operanti sulla base di alimentazioni common rail a controllo elettronico e di sovralimentazioni asservite da impianti aftercooler preposte a ottimizzare il rendimento volumetrico di due unità che hanno permesso ai tecnici del Marchio emiliano di dare vita a mezzi differenziati non solo in termini di prestazioni massime, ma anche a livello di passi. I modelli di potenza inferiore sono infatti caratterizzati da un passo di due mila e 100 millimetri che assicura un’elevata maneggevolezza quando le macchine sono chiamate a operare in ambiti con spazi ridotti, mentre le versioni di maggior potenza avanzano un passo di due mila e 230 millimetri che garantisce loro una miglior stabilità quando sono impegnate in campo aperto per le lavorazioni leggere del terreno. Comune a tutti i modelli invece la presenza di serie di una trasmissione meccanica, denominata “Speed Four”, realizzate sulla base di tre gamme e di quattro marce che nel loro insieme mettono a disposizione 12 rapporti in avanzamento e altrettanti in retro, con questi ultimi selezionabili mediante inversori meccanici sincronizzati o, in optional, gruppi elettroidraulici programmabili nella rapidità di risposta grazie a un potenziometro denominato “Shuttle Modulation Control”. Il gruppo base può poi essere affiancato da un super-riduttore che porta a 16+16 le velocità disponibili e da un hi-lo idraulico che alza il totale delle marce a 24+24 o 32+32, mentre è disponibile solo per i tre modelli di maggior potenza il sistema “Eco Forty” che consente alle macchine di muoversi su strada a 40 all’ora a mille e 900 giri anziché al regime nominale di due mila e due 200 giri. Di serie sull’intera serie invece il blocco per via elettroidraulica del differenziale posteriore, il blocco meccanico totale del differenziale anteriore, soluzione indotta dalla presenza di assali capaci di angoli di volta dell’ordine di 55 gradi, la presenza di impianti frenanti azionati da pompe bi-stadio, in luogo delle meccaniche tradizionali, che assicurano una maggior efficienza di frenata. Il medesimo obiettivo cui guardano i sistemi frenati per i rimorchi a controllo idraulico o pneumatico, a seconda del modello, integranti la funzione “Control Position” che tramite un pulsante posto in cabina consente agli operatori di verificare la piena efficienza del gruppo. Sempre a innesto elettroidraulico anche la presa di forza a due velocità di lavoro, 540 giri al minuto sia in versione standard sia in configurazione Eco, e il sollevatore posteriore capace di due mila e 700, tre mila e 400 o tre mila 900 chili, con quest’ultimo asservito da impianti idraulici sdoppiati che mettono a disposizione 49 o 57 litri al minuto per alimentare i gruppi di lavoro, ivi compresi cinque distributori ausiliari, e 28 o 32 litri al minuto per i servizi di bordo.

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