Personalità continentali

Orientati alle esigenze operative delle aziende agricole europee a vocazione mista, i rinnovati McCormick “X6 Vt-Drive” propongono un equilibrato rapporto peso/potenza e soluzioni tecniche volte a ottimizzare l’efficienza operativa delle macchine

McCormick “X6 Vt-Drive”
McCormick “X6 Vt-Drive”

L’intero mercato delle macchine agricole dell’area Eame, quella che abbraccia Europa, Africa e Medioriente, vale quasi 35 miliardi di euro annui. Un giro d’affari considerevole che per i bilanci dei principali Gruppi industriali vede ancora il Vecchio Continente fare la parte del leone in termini di utili netti, grazie alla capacità di assorbire macchine tecnologicamente evolute in grado di assicurare importanti margini economici ai Costruttori. Naturale quindi che questi ultimi, seppur attratti dalle opportunità di crescita offerte dai Paesi in via di sviluppo, giudichino strategiche al proprio successo le esigenze applicative del comparto primario continentale. Un approccio fatto proprio anche da McCormick che ad Hannover ha presentato non a caso la rinnovata serie “X6.4 Vt-Drive”, dei campo aperto versatili e maneggevoli che appartengono a uno dei segmenti di maggior peso sul mercato europeo, ovvero la fascia di potenza compresa tra i 100 e i 150 cavalli. Tre i modelli che fanno capo alla serie, denominati “X6.420 Vt-Drive”, “X6.430 Vt-Drive” e “X6.440 Vt-Drive”, tutti accumunati da un peso di quattro mila e 900 chili e da un passo di due mila 540 millimetri, parametri che di fatto ne permettono l’impiego anche in ambiti con ridotti spazi di manovra, quali, per esempio, quelli che contraddistinguono le stalle più datate. In tali attività, i McCormick “X6 Vt-Drive” sono peraltro agevolati da un angolo di volta delle ruote anteriori pari a 55 gradi e da un rapporto peso/potenza in grado di toccare anche i 35 chili a cavallo per la versione top di gamma. Al raggiungimento di tale risultato concorre, in particolare, una struttura realizzata sulla base di un telaio compatto su cui sono staffati nuovi motori “BetaPower” a quattro cilindri da quattro litri e mezzo di cubatura che mettono a disposizione degli operatori tarature massime standard di 114, 121 e 130 cavalli, prestazioni queste ultime che grazie al sistema “Power Plus” possono elevarsi rispettivamente a 121, 133 e 140 cavalli quando le macchine sono impegnate alla presa di forza o trainano su strada. Emissionati stage 4 mediante l’esclusiva presenza di impianti scr per l’abbattimento degli ossidi azotati, senza quindi l’esigenza di dover ricorrere a sistemi egr o a filtri dpf, i propulsori vantano alimentazioni common rail a gestione elettronica operanti a mille e 650 bar di pressione, sovralimentazioni asservite da impianti intercooler e distribuzioni a quattro valvole per cilindro che, nel loro insieme, concorrono a realizzare curve di coppia lineari e progressive e, di conseguenza, a ottimizzare i consumi di carburante. Al medesimo obiettivo guarda anche la trasmissione “Vt-Drive”, gruppo a variazione continua di progettazione originale Argo Tractors realizzato mediante un gruppo idrostatico di derivazione Bosch Rexroth, strutturato sulla base di una pompa a pistoni a cilindrata variabile e di un motore idraulico a cilindrata fissa, operante in sincronia con moltiplicatori elettro-idraulici e di un selettore robotico teso a ottimizzare l’efficienza delle macchine sia in campo sia su strada. A livello operativo, la componente idrostatica azzera il suo contributo all’avanzamento in prossimità di ogni passaggio di rapporto e ciò dà origine a due range di velocità elettroidraulici i cui rendimenti energetici sono del tutto analoghi a quelli proposti dai powershift tradizionali. A enfatizzare ulteriormente l’efficienza del gruppo di motopropulsione è inoltre orientata la possibilità di gestire la trasmissione attraverso due gamme funzionali, campo e trasporto, in aggiunta a tre diverse modalità denominate “Auto mode”, “Pto Mode” e “Manual”, con la prima che delega in automatico al software di gestione la scelta del regime motore più adatto all’attività in corso. La seconda è invece dedicata alle lavorazioni alla presa di forza e, in tale ottica, assicura il mantenimento del regime costante indipendentemente dal carico, mentre la terza consente all’operatore di controllare manualmente i parametri della trasmissione, così da scegliere personalmente il settaggio ritenuto più idoneo alla singola esigenza applicativa. Così configurati, i McCormick “X6 Vt-Drive” sono quindi in grado di operare con successo anche brandeggiando le attrezzature più impegnative, attività a cui è infatti preposto un impianto idraulico load sensing da 110 litri al minuto interamente destinati ad alimentare fino a cinque distributori ausiliari e un sollevatore posteriore da sei mila chili di capacità massima. All’alimentazione dei gruppi di servizio provvede invece un circuito ausiliario dedicato da 38 litri al minuto, lo stesso che oltre a gestire l’idroguida e i freni gestisce anche l’inserimento di una presa di forza a quattro velocità di lavoro, 540 e mille giri al minuto sia in versione standard sia in configurazione eco, il bloccaggio dei differenziali e l’innesto della doppia trazione. Sempre orientata alla massimizzazione dell’efficienza produttiva anche la presenza di un assale anteriore sospeso controllato per via elettronica teso a garantire alle macchine elevate le doti di comfort e di produttività oraria, con il primo obiettivo raggiunto minimizzando gli scossoni che si innescano quando i trattori operano su terreni irregolari o dissestati, mentre il secondo è raggiunto ottimizzando l’aderenza delle ruote al terreno quando i mezzi sono in pieno campo e la stabilità quando invece trainano su strada.

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