Primo quarto in rosso

Il 2016 non è partito sotto i migliori auspici. Il primo trimestre chiude in effetti con un calo di quasi sette punti, performance cui però molto concorrono le immatricolazioni dei trattori con motori stage 3a avanzate a fine 2015. Ipotizzabile e sperabile quindi un recupero già nel breve periodo

Era prevedibile. Le immatricolazioni effettuate da concessionari e costruttori a fine 2015 per poter immettere sul mercato 2016 i trattori ancora invenduti ed equipaggiati con motori omologati stage 3A hanno permesso di chiudere in leggero attivo il mercato 2015, ma ora stanno penalizzando il nuovo anno. Questi chiude in effetti il suo primo trimestre con un calo abbastanza sensibile, sfiora il sette per cento, e dato che di stage 3A invenduti ce ne sono ancora parecchi, poche sono le speranze che la situazione si risolva prima dell’estate. Ciò non significa però che il 2016 chiuderà in passivo. I dati relativi all’anno mobile, non riportati per motivi di spazio, lo danno in effetti già ora in ripresa rispetto allo stesso periodo della stagione precedente e fa ben sperare anche il fatto che a novembre si terrà Eima, la fiera italiana delle macchine agricole. Tale manifestazione normalmente impatta infatti in maniera positiva sulle vendite creando un certo fermento nel settore già a partire da settembre, mese in cui i concessionari iniziano a spingere per liberarsi dei modelli che a Bologna saranno sostituiti da nuove macchine o che si proporranno con importanti aggiornamenti. Se a quanto sopra si aggiunge poi che anche l’economia italiana è in lenta ripresa ecco che non c’è motivo per non pensare positivo avanzando un cauto ottimismo circa il futuro del comparto. Tale stato d’animo d’altra parte è sicuramente condiviso già ora da quei Marchi che meglio hanno saputo sfruttare le opportunità di business offerte dagli ultimi mesi del 2015 e dai primi mesi del 2016, un plotoncino di costruttori capitanati da Landini con 58 unità in più immatricolate nei primi tre mesi 2016 rispetto al 2015 e da Kubota che segue l’Azzurro a sole nove macchine di distanza. In una ipotetica classifica di “chi cresce e chi no” il Brand giapponese si colloca poi subito davanti al duo Same-Lamborghini, altri marchi che possono sicuramente sorridere avendo chiuso il trimestre in positivo e con ampio margine. 30 trattori per Same e 27 per Lamborghini. A seguire  Claas e Fendt, col primo che sta lentamente vedendo crescere l’interesse nei propri confronti da parte di quegli operatori che amano i prodotti stranieri ricchi di tecnologia, e a chiudere McCormick, che di fatto mantiene le sue immatricolazioni sugli stessi volumi del primo trimestre 2015. Da qui in avanti e sempre relativamenmte ai marchi generalisti, purtroppo solo brand che chiudono il primo quarto in rosso, con New Holland che guida il gruppo accusando la flessione più marcata. Non sorride sicuramente però neanche John Deere che dopo mesi di ripresa si trova di nuovo a flettere e masticano amaro pure Deutz-Fahr e Massey Ferguson che chiudono il trimestre con un calo quasi analogo fra loro. Da ribadire che si stanno esaminando le performance relative, cioè le crescite o i cali del periodo, e non i volumi assoluti di immatricolato. Questi ultimi vedono saldamento al comando del mercato New Holland, inseguita a distanza da Landini e Same. Un podio provvisorio tricolore quindi ai piedi del quale si colloca John Deere che a sua volta precede il trio Kubota, Fendt, Lamborghini, con i tre che viaggiano quasi appaiati fra loro vantando volumi di immatricolato superiori o vicini alle 200 macchine. Sotto tale soglia il vuoto, nel senso che il primo competitor dei battistrada, Deutz-Fahr, è più vicino alle cento macchine che alle duecento e dietro di lui solo Claas e Massey Ferguson superano il centinaio di unità, con Claas che per la prima volta dal proprio esordio in campo trattoristico si toglie la soddisfazione di mettere le ruote davanti a quelle di Massey Ferguson. Di poco, solo una macchina, ma è davanti, precedendo Case Ih che anche per quest’anno deve “combattere” avendo quali sue uniche armi le sole macchine di gamma alta. Un discorso a sé per Goldoni, marchio rilevato dal gruppo cinese Lovol Heavy Industry che a fine anno farà debuttare sul mercato i suoi nuovi trattori a marchio Arbos. Le procedure di acquisizione si sono concluse pochissimi mesi fa e nello stabilimento di Migliarina fervono i lavori per far ripartire le linee di montaggio Goldoni e per avviare quelle Arbos. Si può quindi ipotizzare che Goldoni esca a breve dallo stallo in cui si trova oggi e cominci a recuperare posizioni. Tale  processo però non sarà né rapido né immediato visto che i suoi due principali competitor, Antonio Carraro e il Gruppo Bcs, nel frattempo hanno fatto propri parte dei volumi che erano di Goldoni e non hanno alcuna intenzione di restituirli all’interessato avendo anche chiuso in positivo il trimestre e godendo quindi di ottima salute per sostenere le future sfide commerciali.Foto interna notizia 1

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