Keep calm and carry on

“Mantenete la calma e andate avanti”. Lo slogan con cui nel 1939 il Governo britannico voleva invitare la Popolazione a non farsi prendere dal panico in caso di guerra, ben si presta per sintetizzare l’approccio con cui deve essere recepita la decisione francese di organizzare Sima in concomitanza con Eima

SIMA

Parigi, 25 febbraio 2019. In occasione della serata di gala dell’ultima edizione di Sima, la fiera francese della meccanizzazione agricola, il presidente Frederic Martin diede appuntamento agli espositori e alla stampa europea per il Febbraio 2021, confermando quindi che la Fiera avrebbe mantenuto la sua consolidata cadenza biennale riferita ai mesi di febbraio degli anni dispari. La cosa mise fine alle voci che in precedenza avevano dato Sima in procinto di cambiare la sua collocazione temporale per spostarsi nel novembre degli anni pari, cioè in concomitanza con la fiera italiana Eima. Invece, a distanza di circa trenta giorni, un bel dietro front dello stesso Presidente e l’annuncio che la prossima edizione di Sima si sarebbe tenuta fra l’otto e il 12 novembre 2020, quindi con una sovrapposizione di due giorni con Eima. Poiché certe decisioni non vengono prese a cuor leggero, ma dopo lunghe e accurate riflessioni, è molto probabile che Frederic Martin il 25 febbraio sapesse di non essere del tutto sincero. Ipotesi che, come dettagliato in un box pubblicato in queste stesse pagine, potrebbe anche essere riferita ai dati ufficiali di chiusura inerenti i volumi degli espositori e del pubblico emessi da Sima. In entrambi i casi il condizionale è d’obbligo e relativamente ai dati di chiusura non sarebbe male se Sima chiarisse. Certo è, però, che vagabondando fra i padiglioni della rassegna di spazi liberi se ne vedevano parecchi e la ressa non era quella delle grandi edizioni. Senza dimenticare la quasi totale assenza di novità tecniche, connotazione tipica delle fiere commerciali, quelle cui si partecipa per vendere e non per esibire. Una realtà ben diversa e non paragonabile con Eima che è invece una delle due fiere europee di tipo “milestone”, quelle che oltre a mettere in contatto i costruttori con i clienti fungono anche da tappe ufficiali di sviluppo tecnologico dei settori rappresentati. Proprio alla luce di questa differenza, la decisione francese potrebbe essere letta quale tentativo ultimo per arginare un declino di immagine avviatosi da tempo e che quest’anno sembra aver toccato un punto di non ritorno. La stessa decisione potrebbe però anche essere interpretata quale conseguenza di un accordo fra organizzatori francesi e tedeschi teso a indebolire la rassegna italiana a favore di Agritechnica. Comunque sia, è chiaro che ha scatenato polemiche e proteste, con FederUnacoma che l’ha bollata quale “atto ostile e dannoso” in quanto crea “crea uno sbilanciamento nel panorama europeo degli eventi di settore” che “nuoce alle imprese, costrette a moltiplicare gli sforzi economici negli anni pari o a rinunciare ad alcune fiere a vantaggio di altre, con danni consistenti in termini di visibilità e di opportunità di business”. Ma è vero? Per capirlo e per capire come l’han presa i Costruttori e gli Importatori che normalmente partecipano sia a Sima sia a Eima si è fatta un’indagine diretta chiedendo anche loro come la pensavano in proposito e come ipotizzavano di organizzarsi in merito. L’idea era quella di dar spazio a ciascuno, ma le risposte son state talmente univoche e concordi da poter essere sintetizzate con le parole di Andrea Leonardi, Business Director Italia di New Holland, che “non vede aspetti positivi” in una decisione che probabilmente “porterà diversi espositori a dover fare una scelta e abbandonare l’una o l’altra fiera o a ridurre gli investimenti singoli per mantenere l’investimento complessivo invariato, venendo meno la potenzialità sinergica”. I Costruttori che vorranno continuare a partecipare a entrambe le fiere dovranno in effetti sobbarcarsi maggiori spese non potendo più trasferire da un’esposizione all’altro stand, macchine e personale. Per non parlare dei prototipi che, come tali, o van da una parte o dall’altra. Molto probabile quindi che si realizzi quanto paventato da Lucia Salmaso, amministratore delegato di Bkt Europa, e da Elisabetta Rivolta, marketing manager Kubota Italia, quando affermano che “si dovrà ragionare attentamente sull’organizzazione delle risorse ridimensionando le metrature espositive”. All’atto pratico una scelta contraria agli interessi dei Costruttori ma, secondo Macchine Trattori, da affrontarsi con animo sereno alla luce delle differenti rilevanze delle due esposizioni. Eima è ipotizzabile che continuerà a essere la fiera di riferimento del settore negli anni pari, quella, come accennato, cui si va per vendere ed esibire, mentre Sima continuerà a essere una fiera commerciale locale cui è giusto presenziare alla luce dell’importanza del mercato locale. Fermo restando che per vendere non sono necessari stand faraonici né presenze dirette. La rappresentanza può quindi essere delegata alle filiali e agli importatori locali alloggiati all’interno di stand minimalisti, termine quest’ultimo che ogni costruttore declinerà poi in base alle sue disponibilità. Sempre per motivi di budget per gli stessi Costruttori sarà poi d’obbligo anche riflettere sulle partecipazioni alle fiere nazionali annuali o organizzate negli anni pari. In Italia è probabile che nel tempo, e se Sima non tornerà sui suoi passi, Fieragricola, Eima Show ed Enovits in Campo finiranno con l’essere eventi che più potrebbero risentire della decisione francese.

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