Landini: giusto equilibrio

Le più moderne tecnologie da una parte, la praticità di guida e la facilità di gestione del trattore classico dall’altra. I campo aperto di Landini serie “6H” rappresentano oggi una sintesi perfetta fra evoluzione e tradizione, abbinando anche a prestazioni di livello i minimi consumi di categoria.

Si chiamano “YoungTimer” e rappresentano uno dei più recenti fenomeni commerciali in essere fra gli appassionati delle auto sportive. Si tratta di vetture costruite a cavallo del 2000 che a livello tecnico propongono la maggior parte dei contenuti oggi più in auge, ma senza essere gravate da quell’elettronica di controllo che sta progressivamente trasformando le auto in banali elettrodomestici. Si parla, solo per fare qualche esempio, di vetture tipo Porsche “911” serie “996” o Alfa Romeo “Brera”, ma anche di Toyota “Celica”, Bmw “Z3” o Peugeot “205 1.9 Gti”, tutte auto che in termini di pure performance nulla cedono e, anzi, spesso sovrastano le sportive attuali, ma risultando molto più coinvolgenti e passionali in termini di guida. Intendiamoci, l’elettronica è una tecnologia benedetta, foriera di sicurezza e comfort, ma il piacere di controllare un sovrasterzo con il volante e l’acceleratore senza dover chiedere il permesso al computer di bordo, confidando sulla sensibilità del fondoschiena e sulle proprie capacità di reazione, è impagabile.

Auto moderne e ricche quindi, ma in grado di trasmettere emozioni che si stanno perdendo, le stesse connotazioni proposte anche da tutti quei trattori da campo aperto di media potenza che han saputo gestire in maniera equilibrata il prepotente dilagare dell’elettronica attingendo al meglio di tale tecnologia, ma senza lasciare che prendesse il sopravvento sull’operatore. Un esempio in tal senso è dato dai Landini serie “6H”, tre macchine di medie potenze perfettamente allineate con le tradizioni Landini in termini di affidabilità, versatilità e facilità di guida, ma anche caratterizzate o caratterizzabili con i più attuali contenuti funzionali e di comfort.

Fra i primi i motori Deutz serie “Tcd 3.6 L4”, dei quattro cilindri da tre litri e 600 centimetri cubi eroganti a due mila e 200 giri potenze nominali di 105, 113 e 120 cavalli e potenze massime di 110, 119 e 126 cavalli a mille e 900 giri, prestazioni indotte da alimentazioni common rail, distribuzioni a quattro valvole per cilindro e sovralimentazioni asservite da impianti aftercooler. Omologati in stage 4 grazie alla presenza di sistemi di post trattamento scr e di catalizzatori doc, i motori erogano le proprie prestazioni in maniera sempre docile e progressiva, tant’è che le coppie operative attaccano già a mille giri con valori molto vicini ai picchi massimi.

Facili da manutenere, con tagliandi scaglionati ogni 500 ore, sono trattori con trasmissioni meccaniche manuali o idrauliche e semi-robotizzate, così da permettere di allestirli in base alle attività precipue cui dovranno far fronte, ottimizzando di conseguenza anche l’efficienza. Se la macchina deve lavorare essenzialmente in campo, attività che i “6H” possono affrontare giovandosi di pneumatici da 38 pollici di diametro di calettamento, il cambio base da 12+12 rapporti, tre gamme e quattro marce eventualmente integrabili con un super riduttore, sarà ideale per ottimizzare il rapporto fra costi e benefici, fermo restando che in manovra ci si può comunque avvalere di un inversore elettroidraulico modulabile nella reattività e che i passaggi di marcia si effettuano senza dover usare il pedale della frizione essendo previsto di serie il sistema a pulsante “de-clutch”.

Volendo invece sfruttare a fondo le doti di versatilità indotte da un rapporto peso/potenza che può scendere al limite dei 36 chili/cavallo e, magari, usare la macchina anche per attuare le manutenzioni aziendali giovandosi dei caricatori frontali che la stessa Landini mette a disposizione, ecco aprirsi la possibilità di arricchire la trasmissione mediante opzioni che nella loro configurazione di punta realizzano un gruppo idraulico “T-Tronic” da 48 rapporti in avanzamento e 16 in retro.

Così configurata la trasmissione assicura sempre la presenza della marcia più adeguata al fine dell’ottimizzazione del rapporto fra produttività oraria e consumi, con la prima che viene enfatizzata anche dalla presenza di sistemi elettroidraulici preposti alla gestione della doppia trazione e delle prese di forza a dischi multipli operanti in bagno d’olio, impianti che non inficiano il piacere di controllare in maniera diretta le attività, rendono però il lavoro confortevole e rilassato. Nella stessa direzione guarda anche la possibilità di equipaggiare i Landini serie “6H” con assali anteriori sospesi per via idraulica, opzione che non pregiudica la possibilità di disporre di angoli di volta da 55 gradi giocando a favore della produttività in campo e della sicurezza su strada. Massimizza in effetti l’aderenza delle ruote al terreno e garantisce la costanza dell’assetto al variare dei carichi.

Possibile, per via meccanica, anche la sospensione della cabina a quattro montanti e a visibilità totale, mentre è affidata all’aria e quindi a una tecnologia pneumatica la sospensione del sedile di guida, così da permettere a ogni operatore di gestire il cantiere di lavoro nell’assetto ritenuto più consono, obiettivo cui guardano anche le possibilità di regolazione del volante. Di fatto una serie di mezzi che nel loro complesso realizzano un’offerta molto superiore a quanto le potenze di base possono far ipotizzare e che permette a ogni operatore di configurare la propria macchina nella maniera ritenuta più opportuna sapendo che dietro a ogni contenuto tecnologico c’è l’esperienza di un Marchio che iniziò la propria avventura nel 1884 mettendo sempre l’uomo al centro di ogni suo progetto.

Idraulica sdoppiata

I Landini serie “6H” azionano le attrezzature operanti per via idraulica mediante impianti a centro aperto in grado di erogare fino a 66 litri di olio al minuto destinati solo ed esclusivamente agli organi di lavoro. Ovvero due uscite meccaniche previste di serie e altre quattro opzionali. Lo stesso flusso alimenta inoltre un sollevatore posteriore controllabile in elettronico capace di movimentare anche carichi dell’ordine dei 60 quintali e un eventuale gruppo anteriore da oltre 22 quintali di capacità.

I gruppi di servizio sono invece alimentati da un impianto erogante 30 litri di olio al minuto, soluzione che evita indurimenti sullo sterzo quando il trattore deve azionare attrezzature propulse per via idraulica. L’azione dei sistemi frenanti posteriori e anteriori viene integrata dall’inserimento automatico della doppia trazione e in optional ci sono gli impianti freno idraulici o pneumatici per i rimorchi.

In cabina mai da soli

Come accennato nell’articolo principale, i Landini serie “6H” sono equipaggiati con un’elettronica non invasiva ma non per questo minimale. Sta all’operatore decidere se sfruttarne o meno le potenzialità delegando alle centraline di bordo la gestione dei sollevatori e degli assali anteriori piuttosto che il controllo delle attrezzature, opzione resa possibile dall’adesione dell’elettronica di bordo ai protocolli hardware e software isobus. Possibile anche il controllo di traiettorie ed avanzamenti per via satellitare, opzione che in cabina si concretizza nella presenza di una interfaccia monitor touch screen che si affianca ai cruscotti digitali installati di serie per visualizzare tutte le indicazioni necessarie all’operatore per avere il pieno controllo del cantiere di lavoro.

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