Landini: i magnifici sei

Rinnovamento quasi totale per i cingolati Landini serie “Trekker”, ora denominati “Trekker4” in funzione della presenza sotto le cofanature di motorizzazioni emissionate in tier 4 interim. A fianco di tali unità anche molti upgrade tecnici e funzionali, ma la vera novità è insita soprattutto nelle nuove cabine esclusive che la Casa di Fabbrico ha progettato espressamente per equipaggiare le versioni da campo aperto.

Prima erano “Trekker”, ma in Eima 2018 furono ribattezzati “Trekker4” e come tali sono poi entrati in produzione lo scorso anno. Sembra che cambi poco, ma in effetti cambia quasi tutto, nel senso che se la denominazione “Trekker” lascia intendere la continuità storico-progettuale che lega i nuovi nati con i loro precessori, la sigla “4” ben sintetizza l’evoluzione tecnica proposta dalle nuove macchine e il “molto di nuovo” che si cela sotto le cofanature. A partire ovviamente dai motori, turbodiesel quattro cilindri a marchio Deutz da due litri e 900 centimetri cubi o da tre litri e 600 centimetri cubi, a seconda del modello, emissionati in tier 4 interim, denominazione statunitense che equivale all’europea stage 3B.

Va precisato a tale proposito che a livello di emissioni i trattori con motore a sbalzo e i cingolati godono di una normativa dedicata che, secondo le attuali disposizioni, resterà in vigore fino alla fine di giugno del 2021, scadenza che, in teoria, vedrà poi anche tali macchine unificare i loro emissionamenti sulla base degli standard stage V già imposti ai motori di tutti gli altri mezzi operanti in off-road. Le problematiche tecniche connesse al passaggio da uno standard all’altro sono però complesse, in particolare la necessità di installare a bordo i sistemi di ricircolo dei gas di scarico in aspirazione e di post trattamento dpf ed scr degli stessi gas di scarico, e ciò ha portato tutti gli Enti nazionali che rappresentano i Costruttori di macchine operanti nei vari Paesi europei ad avanzare nei confronti della Commissione europea di settore una richiesta di rivisitazione di tali obblighi.

A maggior ragione stante l’attuale situazione di crisi causata da Covid-19 che ha bloccato in numerosi Paesi del Mondo la maggior parte delle attività produttive rendendo difficile non solo il futuro adeguamento dei motori a norme diverse da quelle in auge, ma la costruzione stessa dei motori. Le unità emissionate in stage 3B rappresentano quindi oggi, e si spera ancora per il medio periodo, la massima espressione motoristica disponibile nel settore dei cingolati, a maggior ragione se, come nel caso delle unità che muovono i “Trekker4”, le emissioni sono controllate utilizzando solo un catalizzatore doc, quindi lasciando libero il motore di esprimere al meglio le proprie potenzialità prestazionali. Niente filtri dpf che si intasano e devono essere rigenerati: i motori aspirano e scaricano liberamente erogando con i minimi consumi possibili le rispettive prestazioni. Queste ultime vedono le potenze massime posizionarsi su valori di 76, 90, 95 e 102 cavalli per i “Trekker4” specialistici, “4-085”, “4-095”, “4-105” e “4-110”, tutti disponibili in versione “F”, larghezza minima 140 centimetri circa, ed “M”, larghezza minima 166 centimetri, mentre si propongono con 99 e 107 cavalli i due modelli da campo aperto “Trekker 4-105 Std” e “Trekker 4-115 Std”.

I modelli specialistici sono azionati dai motori di minor cubatura e ciò, abbinato alle strutture compatte necessarie per poter operare anche in filari stretti, realizza masse che oscillano fra i 38 e i 41 quintali. I campo aperto invece pesano fra i 43 e i 47 quintali, complici le più massicce strutture necessarie per permetter loro di azionare e muovere anche attrezzature di dimensioni importanti. Diverse fra le due famiglie anche le portate idrauliche, 27+41 litri al minuto per gli specialistici e 27+38 per i campo aperto, mentre risultano analoghe le capacità di sollevamento standard, oltre 26 quintali, e quelle opzionali da 34 quintali realizzabili in stallando due cilindri supplementari. In entrambi i casi i gruppi sono controllabili per via meccanica in posizione, sforzo e intermix né variano i regimi di lavoro delle prese di forza, azionabili mediante comandi servoassistiti a leva. Di serie sono previste le velocità di 540 e 750 giri al minuto, ma c’è la possibilità di avere in opzione i regimi di 540 e 1000 giri al minuto oltre alla sincronizzata.

Quest’ultimo gruppo è realizzato abbinando un gruppo a quattro marce sincronizzate con un secondo gruppo meccanico a due stadi per un totale di otto rapporti tutti fruibili in retro mediante un inversore meccanico sincronizzato ed eventualmente integrabili da un overdrive o da un creeper che operano sulle marce avanti. Il primo permette di marciare a 15 chilometri/ora anziché a 11, mentre il secondo realizza una velocità minima di 300 metri/ora utile nel caso si debbano affrontare lavorazioni impegnative di sbancamento. Le trasmissioni sono equipaggiate con specifici radiatori dell’olio, onde evitare surriscaldamenti indotti da quelle attività pesanti cui sono normalmente orientati tutti i cingolati, e operano posteriormente mediante differenziali heavy duty. è bene ricordare a questo proposito che i trattori cingolati trovano applicazione o su terreni molto scoscesi, là dove il pneumatico dà luogo a slittamenti che impediscono al trattore di avanzare, o quando si devono esibire sforzi di trazione molto elevati, ma con macchine di dimensioni più compatte di quelle esibite dai trattori gommati di altissima potenza. Proprio tali applicazioni e le velocità di lavoro e trasferimento limitate giustificano la presenza sia di gruppi funzionali in grado di sostenere sforzi elevati sia di sistemi di sterzo tradizionali, due leve servoassistite dall’azione progressiva e modulata operanti in prima battuta su frizioni in bagno d’olio e in seconda battuta sui freni, in luogo dei più complessi e costosi sistemi di sterzo a volante usati sui grandi trattori cingolati.

Cabine esclusive

Tutti i “Trekker4” sono proposti di serie in versione open, con posti guida piattaformati, isolati dal carro mediante silent block e ad accesso facilitato grazie alla presenza di specifiche strutture tubolari. Sempre di serie anche i sedili a sospensione pneumatica regolabili sia longitudinalmente sia in altezza, soluzione che permette a ogni operatore di adeguare alla propria corporatura sia l’assetto di guida sia la risposta elastica della poltrona. La disposizione dei comandi rispecchia la tradizione ergonomica Landini con tutti gli azionamenti primari sottomano, raggruppati per funzioni e fra loro differenziati a livello cromatico, mentre l’interfaccia uomo-macchina è affidata a cruscotti analogico digitali che fungono anche da terminali atti a visualizzare informazioni inerenti sia lo stato funzionale della macchina sia il lavoro in atto.

Nel caso dei mezzi open i posti guida sono inoltre protetti da archi abbattibili a movimentazione agevolata come da norme europee, soluzioni che sui modelli standard sono sostituibili con protezioni a traliccio aperte o con cabine progettate ad hoc, una vera e propria esclusività del settore. Va precisato che al momento sono solo due i Costruttori che si propongono sul mercato con modelli cabinati e uno di questi è proprio Landini con i suoi “Trekker4 Std”. Per tali macchine la Casa ha studiato una soluzione specifica atta a isolare al meglio l’operatore da rumori e vibrazioni alloggiandolo in un ambiente climatizzato e protetto da polveri, umidità e infiltrazioni.

I vani sono a sei montanti per meglio adattarsi ai layout costruttivi delle macchine e vantano strutture portanti che molto mutuano da quelle normalmente usate da Landini sui suoi trattori gommati. Realizzati con pannellature di cristallo atermico e climatizzati mediante impianti posti sotto tetto e integranti filtri attivi di facile sostituzione, possono prevedere poltrone rivestite con materiali traspiranti, nei cieli alloggiano impianti stereo ed esternamente vedono i propri tettucci equipaggiabili con due batterie di proiettori da lavoro che permettono un uso continuativo e full time delle macchine.

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