Merlo: dai compatti all’alta portata

La gamma Merlo è oggi in grado di spaziare dai sollevatori compatti in versione elettrica a quelli di grande portata integranti nuove soluzioni gestionali.

Merlo

Il sollevatore più compatto della gamma agricola Merlo al momento è costituito dal modello “P27.6”, studiato per operare in ambito zootecnico e, più in generale, là dove servono mezzi agili e dinamici in grado di muoversi negli ambienti più ristretti. Al vertice invece “P65.9”, macchina di alta capacità progettata per asservire le aziende impegnate nelle produzioni bio-energetiche.

Soluzioni ad hoc

Fra tali estremi decine e decine di modelli ciascuno dei quali, grazie alla modularità del sistema di produzione Merlo, può essere personalizzato in base alle esigenze di ogni singolo operatore. In gamma anche sollevatori telescopici dotati di attacchi a tre punte posteriori o di torrette girevoli, né mancano mezzi speciali mossi mediante soluzioni ibride.

All’atto pratico si può affermare che sia quasi impossibile per un imprenditore agricolo non trovare nell’ambito del listino Merlo il sollevatore più allineato con le proprie esigenze e ciò a maggior ragione oggi alla luce dell’esordio, per ora solo in forma prototipale, dei nuovi “e-Worker 25.6-60” e ”25.5-90”, due macchine rispettivamente a quattro e due ruote motrici mosse per via elettrica ed accreditate di 60 e 90 cavalli di potenza.

Al momento la Casa non ha ancora diramato altri dati tecnici ufficiali a parte le portate e le altezze massime raggiungibili individuate dalle sigle di denominazione, ma osservandole in dettaglio si può ipotizzare che siano frutto di una progettazione ad hoc che poco mutua dai sollevatori tradizionali, affermazione peraltro confermata dalle fisionomie dei mezzi più simili a dei carrelli elevatori industriali che a dei sollevatori telescopici.

Da questi ultimi recepiscono però la capacità di muoversi sui terreni difficili o in pendenza, l’ampiezza delle cabine, larghe quasi 80 centimetri, e l’agilità, dote quest’ultima che trova il suo apice sul modello a due ruote motrici. Riesce infatti ad angolare quasi a 90 gradi quelle posteriori risultando di conseguenza in grado di ruotare quasi su se stesso.

Comune a tutte e due le macchine invece l’interfaccia Merlo ”Zm1” che permette di utilizzare la maggior parte delle attrezzature originali Merlo, l’omologazione al traino per carichi fino a 60 quintali e il sistema di connettività “MerloMobility”, lo stesso installato a bordo dei sollevatori tradizionali. Fra questi due le novità proposte ad Hannover, entrambe posizionate nell’ambito dei mezzi di classe alta, gli heavy duty “Tf 50.8” e “Tf 65.9”.

Progettati per lavori pesanti

Si tratta di macchine completamente riprogettate rispetto ai sollevatori di pari prestazioni già in gamma, forti di motori omologati in stage V da 170 cavalli di potenza e mosse mediante trasmissioni continua “CvTronic” con sistema “Eco Power Drive”, in sigla “Epd”, che permette di ridurre i giri motore laddove non sia richiesta una potenza elevata, implementando ulteriori funzionalità come “Speed Control” o la regolazione automatica dei giri in funzione alla potenza idraulica richiesta.

Ne deriva la possibilità di ottimizzare le prestazioni in un’ottica di contenimento dei consumi arrivando a proporre risparmi anche del venti per cento in termini di costi di gestione. Entrambe sono state progettate per lavorare nelle condizioni più impegnative giovandosi delle soluzioni gestionali più avanzate, in primis il già citato sistema di connessione “MerloMobility” che consente di sfruttare in maniera integrata e allargata, cioè sia a bordo macchina sia da remoto, le informazioni rilevate dalla stessa macchina.

Novità in cabina

Presente anche il nuovo joystick elettronico capacitivo dotato di sensore della presenza-mano presente sul fianco dell’impugnatura e integrante tre nuovi controlli che consentono di impostare la mandata dell’olio ai servizi, di bloccare la rotazione della zattera e bloccare i comandi ausiliari.

Up grade funzionali sono stati apportati anche al sistema di sicurezza “Cdc” operante un terminale a colori da oltre dieci pollici di diagonale e di serie un impianto idraulico “Hi-Flow” il cui distributore integra tutte le comuni funzionalità dei distributori idraulici con nuove funzionalità quali, per esempio, la discesa per gravità del braccio, la mandata continua olio servizi, l’attuazione dei movimenti cartesiani automatizzati del braccio verticali e orizzontali. Da segnalare la presenza di cabine sospese, contenuto che Merlo introdusse per primo nel settore e il sistema “tac-lock” per bloccare idraulicamente gli attrezzi.

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