Più forte ragazzi!

Il titolo del celebre film che nel 1972 vide protagonisti Bud Spencer e Terence Hill ben sintetizza gli obiettivi progettuali che hanno guidato il lavoro dei tecnici Claas nel momento in cui han messo mano alla nuova generazione delle “Jaguar 900”, al debutto a Eima 2016

Dopo gli ultimi upgrade tecnici presentati in occasione di Agritechnica meno di un anno fa, i sei modelli delle trincia semoventi “Jaguar” proposti dalla serie “900” di Claas si presentano ulteriormente rinnovati in Eima, al punto che la Casa tedesca ha deciso di attualizzarne anche le sigle di versione, ora “498” ma lasciando al loro fianco per tutto il 2017 la precedente versione “497”. Il rischio di confondere le due serie d’altra parte non c’è, vuoi perché le nuove “498” sono diverse dalle “497” anche a livello estetico vuoi perché più ricche in termini di contenuti tecnici. Dietro alle nuove cofanature, dal design più snello e fluido si celano in effetti numerose migliorie che, nel loro insieme, puntano a rendere le macchine ancora più efficienti e produttive di quanto già non fossero le “497” che, va ricordato, assieme alle cugine di classe media, le “Jaguar 800”, detengono più del 50 per cento del mercato mondiale di settore. A conferma, le modifiche apportate già a partire dal sistema di attacco della barra di taglio e alla relativa presa di forza ora disponibile con sistema di variazione continua di velocità ottenuto grazie all’introduzione di un gruppo idrostatico che affianca l’albero cardanico utilizzato sui precedenti modelli. Tale soluzione, denominata “power split”, è offerta in optional quale alternativa alla trasmissione meccanica standard e permette di gestire potenze più elevate migliorando l’efficienza della trincia quando abbinata a pick up di raccolta del foraggio o a barre frontali mais della serie “Orbis”. La possibilità di variare in continuo la velocità di rotazione dei rulli dentati di introduzione permette di regolarizzare il flusso del prodotto indipendentemente dalla velocità di avanzamento della macchina garantendo di conseguenza una qualità del trinciato superiore, soprattutto in termini di stabilità della lunghezza di taglio impostata. Il sistema è gestito per via elettronica e in automatico, cosa che esenta l’operatore da qualsiasi necessità di controllo, ma lo stesso operatore può comunque intervenire sui parametri operativi agendo sull’interfaccia del sistema di gestione globale della macchina “Cebis”, un monitor a colori che grazie a facili menù permette di programmare l’azione di tutti i gruppi di bordo. Tornando al sistema di taglio va precisato che non sono state apportate varianti né al sistema “Quick access” che permette un immediato accesso al tamburo di taglio per le manutenzioni, né al tamburo stesso, disponibile in quattro varianti a livello di numero dei coltelli, “V20”, V24”, “V28 “ e “V36”, per permettere di realizzare lunghezze di taglio comprese fra i tre millimetri e mezzo e i 53 millimetri. I coltelli sono tutti fissati alla stella del tamburo mediante due sole viti, non necessitano di registrazioni e possono essere affilati in automatico delegando a “Cebis” tale operazione. Il computer decide quando è il momento di attuare tale operazione, avvisa l’operatore per permettergli di fermare la macchina e dopo l’affilatura provvede anche a effettuare la registrazione del contro coltello. Il tutto in un lasso di tempo il più breve possibile per minimizzare i fermi macchina, obiettivo cui peraltro guarda anche il nuovo sistema idraulico di bloccaggio del controcoltello sull’incudine di fermo che contribuisce anche a realizzare tagli netti e precisi anche quando si è alle prese con foraggi morbidi che tendono a sfilacciarsi. Il prodotto sulle nuove “Jaguar” è inoltre guidato in maniera più efficacie verso gli organi di lancio o, se mais, verso i corn crakers “Mcc Max” e “Mcc Shredlage”, dal fatto che ora anche il fondo del rotore è a registrazione automatica, cosa che realizza anche una riduzione delle perdite di carico favorendo minori assorbimenti di potenza e quindi minori consumi. Questi ultimi sono minimizzati anche dal sistema “Dynamic Power” che equipaggia i modelli compresi fra il “980” e il “940” e dal sistema “Dynamic cooling”, in optional su tutte le macchine. Il primo altri non è se non una mappatura plurima dell’alimentazione strutturata sulla base di dieci diversi livelli di erogazione ciascuno dei quali viene chiamato in causa del computer quando è necessario. Di fatto accade che i motori lavorino sempre nel campo di massimo rendimento, sia quando operano a pieno carico sia quando invece lavorano a carico parziale come per esempio accade quando ci si sposta su strada. Il sistema“Dynamic cooling” è invece una trasmissione variabile che agisce sulle ventole del sistema di raffreddamento limitandone la velocità di rotazione e quindi gli assorbimenti energetici quando le regimazioni termiche del liquido di raffreddamento motore, dell’intercooler e dell’olio, permettono di farlo. Invariate le motorizzazioni, basate su unità Mercedes o Man a seconda dei modelli, ma nuove le trasmissioni e l’assale anteriore, con le prime che ora si avvalgono di  nuovi motori idrostatici a doppia pompa che meglio ottimizzano il regime motore negli avanzamenti su strada a bassa velocità e nelle svolte a fine campo. Gli stessi gruppi permettono anche di operare in campo in prima gamma fino a velocità di 22 chilometri all’ora garantendo anche, in collaborazione con il nuovo assale anteriore, una migliore trazione e una maggior reattività ai comandi dell’acceleratore, soprattutto in accelerazione e nelle lavorazioni in salita. A garantire gli avanzamenti sui fondi difficili concorre peraltro anche il nuovo sistema di blocco del differenziale gestibile sia in automatico dal sistema anti slip della macchina sia in manuale da parte dell’operatore. Nuovo anche il freno di parcheggio automatico che entra in funzione quando l’operatore pone la leva di controllo in posizione neutra.

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