Porta-attrezzi NeXaT

Dalla societa tedesca NeXaT una proposta che ribalta le attuali operatività agricole, basate sull’uso di mezzi specializzati, costituita da una singola macchina porta-attrezzi configurata a portale. Punta a sostituire i parchi macchine delle aziende operanti su grandi estensioni.

Grandi o piccoli che siano e indipendentemente dalle prestazioni, trattori e attrezzature sono tutti progettati sulla base di una medesima filosofia orientata alla specializzazione. Sono specializzati i trattori in termini di masse, dimensioni e potenze e sono specializzate le attrezzature in termini operativi. Da qui la necessità per le aziende agricole e contoterzistiche di disporre di un rilevante numero di sistemi di lavoro per far fronte alle diverse situazioni produttive. Di fatto una realtà che cozza contro l’esigenza di industrializzare al massimo l’agricoltura. Per dar luogo a volumi di derrate alimentari superiori agli attuali atte a far fronte al crescente numero degli abitanti il Pianeta. Così come con l’esigenza di minimizzare l’impatto ambientale delle macchine agricole. Ora dalla Germania una proposta che guarda proprio in tali direzioni, ma ribaltando la filosofia progettuale di settore.

Una macchina per tutte le applicazioni

Non più macchine specializzate che fanno bene un solo lavoro, ma una sola macchina in grado di far bene tutti i lavori se opportunamente configurata. Un’idea rivoluzionaria avanzata dalla giovane società tedesca NeXaT, fndata nel 2017 dall’azienda Kalverkamp Innovation, e riconosciuta valida dalla giuria che ogni due anni assegna i premi all’innovazione previsti da Agritechnica. In vista dell’edizione 2022, ormai annullata, quella assegnata a NeXaT è stata l’unica medaglia d’oro conferita su 164 candidature. A conferma di una selezione “feroce”, ma anche di un progetto che sicuramente è destinato a fare scuola.

I progettisti tedeschi hanno in effetti sostituito i tradizionali trattori con un portale semovente denominato “NeXaT”. Azionato da quattro cingolature di gomma in grado di dar luogo a larghezze di lavoro comprese fra i sei e i 24 metri. Con una larghezza standard di dodici metri che su strada si trasforma in una lunghezza di tre metri, così da non necessitare di scorta.
Cingoli e cabina possono in effetti ruotare su se stessi proponendo quindi allineati con l’asse del portale quando questi si muove su strada. In alternativa perpendicolarmente a esso quando invece si opera in campo. In tale ambito “NeXaT” può effettuare tutte le lavorazioni previste mediante attrezzature dedicate di rapida sostituzione. Attrezzature che aprono con una serie di aratri e chiudono con un impianto di trebbiatura assiale polivalente.



A ogni lavorazione la sua attrezzatura

Fra tali estremi, la possibilità di praticare erpicature, semine, diserbi, trattamenti e concimazioni. Sempre e solo limitandosi a cambiare gli attrezzi e godendo anche della possibilità di far lavorare il sistema in autonomia. Date le larghezze in gioco nessun operatore potrebbe in effetti lavorare senza dar luogo a sovrapposizioni importanti. Quindi il sistema è dotato di serie di controlli gps per guidarlo in campo in maniera ottimale. Ad azionare il tutto provvedono quattro motori elettrici, uno per ogni cingolo, alimentati da due generatori a loro volta mossi da due motori diesel da 545 cavalli ciascuno. Unità che potrebbero però in futuro essere sostituite da motori alternativi operanti mediante idrogeno o da sistemi di celle a combustibile.

Così configurata la macchina si propone quale portattrezzi ibrido di grandi dimensioni in grado, secondo i costruttori, di aumentare fra il dieci e il trenta per cento il rendimento con consumi energetici ridotti di pari percentuali e costi inferiori del venti per cento. Fra i ritorni positivi anche le minori emissioni di anidride carbonica e una elevata tutela del suolo indotta dal fatto che la larghezza di lavoro della macchina è tale da abbattere in maniera drastica le passate.

Porta-attrezzi NeXaT: fino a 70 metri di fronte operativo

Basti pensare a tale proposito che le barre irroratrici supportate da “NeXaT” possono raggiungere i 70 metri di larghezza. Da precisare infine che il progetto è già da tre anni in fase di test in collaborazione con l’università di Brema e le attrezzature sono state realizzate da aziende tedesche specializzate.

Sostituisce anche le mietitrebbia

Fra le possibilità operative di “NeXaT” anche quella di proporsi quale trebbiatrice assiale grazie a un modulo di raccolta “NexCo” capace di dar luogo a portate di grano che vanno dalle 130 alle 200 tonnellate/ettaro. Il sistema utilizza un rotore assiale lungo poco meno di sei metri disposto trasversalmente alla direzione di marcia che assorbe il flusso di raccolto introdotto nella macchina al centro e lo divide in due flussi paralleli. Secondo la Casa la velocità di trebbiatura del modulo è circa il doppio rispetto alle macchine tradizionali e più uniforme è la distribuzione della paglia realizzata da due trinciapaglia posti alle estremità del rotore.

Ulteriore dotazione la tramoggia per cereali da 32 metri cubi che consente lo svuotamento a fine campo con una velocità di scarico di 600 litri al secondo eliminando la necessità di fare ricorso a un mezzo di trasporto supplementare.

Porta-attrezzi NeXaT

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