Trincia, John Deere rivede ex novo le proprie trinciacaricatrici semoventi attualizzandone i contenuti e alzandone l’offerta prestazionale. “F8” e F9” le serie delle nuove macchine che andranno progressivamente a sostituire le attuali serie “8000” e “9000”

L’esordio del marchio John Deere nel settore delle macchine trinciacaricatrici semoventi risale al 1972, con il lancio dei modelli facenti capo alle serie “5200” e “5400” le cui prestazioni si attestavano rispettivamente sui 178 e sui 255 cavalli. Nel 1992 arrivarono poi le macchine serie “6000”, nel 2003 le “7000” e fra il 2015 e il 2019 le attuali serie “8000” e “9000” che portarono le potenze installate al limite dei 970 cavalli. Di fatto un’esperienza di settore di oltre 50 anni cui si affiancano le competenze ultrasecolari maturate dallo stesso brand a livello motoristico per dar luogo a raccoglitrici costantemente caratterizzate da prestazioni di vertice, elevati standard affidabilistici e dai più attuali contenuti tecnologici.

A tale tradizione la Casa si è attenuta anche in occasione del lancio delle nuove macchine serie “F8” e “F9” che andranno progressivamente a sostituire le attuali serie “8000” e “9000” ma offrendosi con prestazioni motoristiche spalmate su più ampi range, nuovi livelli di comfort e nuove soluzioni di automazione. Le trincia serie “F8” saranno in effetti proposte in sei modelli che abbracceranno un arco di potenze compreso fra i 425 e i 645 cavalli quindi ampliato sia verso l’alto sia verso il basso rispetto alla forbice di 465-625 cavalli oggi proposta dalla serie “8000”.

Ampliamento concettualmente identico anche per i mezzi top di gamma serie “F9” che vedono le rispettive prestazioni attaccare a 700 cavalli contro i 765 delle attuali trincia serie “9000” per salire fino a mille e 20 cavalli, prestazione che rende il modello “F9 1000” la macchina agricola in assoluto più potente fra quelle offerte da John Deere. Tale prestazione è realizzata da un “V12” Liebherr serie “D9512” da oltre 24 litri di cubatura usato anche per muovere il modello “F9 900”, ma già a partire dal modello “F9 700” tutte le macchine sono poi propulse mediante unità originali Jd Power. Le trincia a sigla “F9 700”, “F9 600” e “F9 500” vedono infatti sotto cofano un sei cilindri “JD 18X” da 18 litri di cubatura, mentre l’intera serie “F8” è azionata da un sei cilindri “Jd 14X” da 13 litri e 600 centimetri cubi.

Comune a tutte le unità verdi gli emissionamenti in stage V realizzati mediante sistemi integrati di trattamento posti sulle aspirazioni e sugli scarichi con le aspirazioni forzate mediante compressori a geometria fissa o variabile a seconda dei modelli ma sempre asserviti da intercooler di tipo aria-aria.
Tutti i motori inoltre rientrano in un sistema di powertrain altamente automatizzato che opera in tandem con il sistema di raccolta dando luogo a nuove funzioni operative tese a minimizzare l’impegno e quindi la fatica del driver nei confronti del lavoro. Fra queste l’automazione della velocità di avanzamento che regola automaticamente la velocità della trincia e i giri del motore in base al carico.
Indipendentemente dalle condizioni di esercizio, la macchina opera costantemente alla massima produttività e la massima efficienza lasciando a una funzione preposta al controllo attivo del riempimento del rimorchio di servizio il compito di controllare automaticamente la rotazione e la posizione del tubo di lancio rilevando in automatico gli stessi rimorchi e pilotando lo scarico in modo da garantire riempimenti ottimali mediante un sistema di stereo-camere.
Il sistema “ProTouch Harvest” consente poi l’automazione delle manovre a fine campo gestendo anche il sollevamento della testata, il controllo del tubo di lancio e le succitate funzioni che la Casa integra nel cosiddetto sistema “AutoTrac”, mentre quando si passa dalla strada al campo la tecnologia “ProTouch” gestisce fino a nove funzioni, tra le quali rientrano le luci di segnalazione, la trazione integrale, le impostazioni per la gestione del regime motore e il posizionamento del tubo di lancio. Possibile anche aggiungere ulteriori opzioni di tecnologie per l’agricoltura di precisione a seconda delle necessità di ogni singola azienda, mentre sono comuni gli intuitivi comandi atti a permettere la gestione della macchina e delle impostazioni di raccolta.
I vari profili resi disponibili di serie dai sistemi informatici di bordo “G5 CommandCenter” o “G5Plus CommandCenter” robotizzano di fatto tutte le modalità operative del cantiere, dalla chiusura della barra di taglio all’apertura del tubo di lancio, all’inserimento/disinserimento della trazione integrale per arrivare alle funzioni “AutoTrac” “ProTouch”, “Machine Sync”, mentre la presenza di un nuovo joystick denominato “CommandPro” e caratterizzato da 11 pulsanti programmabili assicura la possibilità se necessario, di gestire l’intera macchine con una sola mano. Il tutto avendo sempre sott’occhio i dati relativi allo stato funzionale del cantiere, parametri anche trasferibili in tempo reale agli uffici tecnici aziendali grazie alla piattaforma di connettività originale John Deere.
Riprogettate ex novo le cabine
Fra le più rilevanti innovazioni introdotte da John Deere sulle sue trincia semoventi serie “F8” e “F9” sono sicuramente inseribili le cabine, totalmente riprogettate, destinate in futuro a equipaggiare anche le mietitrebbia della Casa e dotate di soluzioni di comfort e di digitalizzazione che superano spesso gli standard di settore. Un esempio in tal senso la chiusura elettrica della porta, sistema al momento esclusivo per l’intero comparto della meccanizzazione agricola.
L’interno dei vani è stato inoltre sfruttato fino all’ultimo centimetro cubo per assicurare la possibilità di riporre in modo ordinato e semplice ogni oggetto con supporti dedicati per smartphone, chiavi, bevande, mentre il sistema “Infotainment Premium” include una connettività bluetooth con lo smartphone del driver e l’integrazione con Apple CarPlay e Android Auto.

Presenti diverse opzioni di ricarica per i dispositivi personali mobili oltre a un sedile “ActiveSeat” in grado di ruotare di 16 gradi a destra e a sinistra per facilitare accessi e controlli del lavoro. Se acquisito in versione “ActiveSeat II” la stessa poltrona rende anche disponibili comandi elettrici regolabili, seduta e schienale riscaldati o raffrescati, una funzione di massaggio e una sospensione attiva che isola fino al 90 per cento dei movimenti verticali. Il tutto abbinato a un nuovo sistema di sterzo dell’assale posteriore che consente raggi di sterzata di soli sei metri.
Occhio specifico sui rompigranella
Le nuove trincia semoventi “F8” e “F9” a livello di sistemi di lavoro del raccolto mutuano dai sistemi in essere sulle trincia attuali ma con aggiornamenti tesi a ottimizzare la qualità dell’insilato. Le “F8” si propongono inoltre con canali di flusso larghi 660 millimetri mentre le “F9” vedono tale dimensione portata a 830 millimetri.
Comuni i rotori “DuraDrum” adattabili nelle configurazioni delle lame di taglio alle singole esigenze aziendali e nuovi i sistemi di dosaggio “Ids 2.0,” ora integranti sensori “HarvestLab” e alimentabili sia da un serbatoio isolato da 50 litri di capacità per trattare eventuali additivi concentrati o da un serbatoio da 325 litri per applicazioni ad alto volume o acqua.
Introdotte inoltre due nuove opzioni di rompigranella costituite dal gruppo “Ultimate 250” e dal sistema “XStream 305”. Il primo opera con rulli da 250 millimetri di diametro, dispone di impianto di monitoraggio della temperatura e la sua struttura pieghevole assicura una miglior facilità di manutenzione. “XStream 305” avanza invece rulli da 305 millimetri di diametro che danno luogo a una superficie di lavoro del 56 per cento più ampia che permette più elevate velocità di di raccolta. Integra inoltre un sistema di regolazione elettrico e un impianto di ingrassaggio a nebbia d’olio che assicura lavorazioni ottimali per tutte le lunghezze di taglio.
Titolo: Trincia John Deere F8 e F9: atto quarto
Autore: Redazione