Massima stabilità anche su pendii più ripidi, elevate capacità di carico e spiccata versatilità operativa. Sono queste, in estrema sintesi, le doti che rendono il transporter Caron C70 ineguagliabile nelle manutenzioni boschive, nelle applicazioni foraggere e nella concimazione dei terreni in ambito montano secondo l’esperienza di Giuliano Tavernaro

Ubicato nell’alta valle del Primiero, in provincia di Trento, San Martino di Castrozza è un piccolo centro montano che ha ispirato artisti come lo scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler e il compositore Richard Strauss grazie al maestoso spettacolo delle Pale di San Martino che si tingono di rosa a ogni tramonto.
Proprio a poca distanza, in località Civertaghe, si trova l’omologa Malga direttamente collegata all’attività di Giuliano Tavernaro, titolare di una piccola azienda agricola montana dedita all’allevamento di vacche da carne e di cavalli. Dagli originari sei ettari di prati coltivati a foraggio, ereditati dalla famiglia, Giuliano Tavernaro è riuscito a espandere le proprie attività fino a 12 ettari “grazie ai transporter Caron.

Il ‘C70’ recentemente acquistato è infatti il diretto successore del modello ‘Ct 800’ che ho utilizzato negli anni scorsi e che mi ha permesso di raggiungere terreni prima inapprocciabili per conformazione e pendenze, consentendomi di espandere la dimensione dei fondi lavorati”.
Caron 70, un investimento azzeccato
Di fatto investimenti ampiamente ripagati con una crescita delle attività e della produttività. “Esatto, i transporter Caron sono ineguagliabili in ambito montano perché riescono ad affrontare senza problemi e in sicurezza situazioni lavorative impensabili per i tradizionali trattori, coniugando la compattezza delle forme e la stabilità assicurata dal baricentro basso con una capacità di carico che non ha eguali in questa categoria di mezzi”, riprende Tavernaro. Quindi sia il precedente “Ct 800” sia l’attuale “C70” è utilizzato prevalentemente per la fienagione.

“Non solo, perché le attività da affrontare sono più variegate. Oltre alla raccolta del foraggio, per la quale mi sono fatto installare direttamente da Caron un attacco a tre punti a cui collegare un sistema autocaricante, impiego la macchina anche per le attività di manutenzione boschiva attraverso un portattrezzi posteriore integrante un verricello e uno spaccalegna e per concimare i terreni coltivati mediante uno spandiconcime a scarico laterale. Soprattutto quest’ultima è un’attività che non sarebbe sostenibile senza il ‘C70’, perché nessun trattore tradizionale riuscirebbe a gestire correttamente e in sicurezza uno spandiletame con le elevate pendenze che caratterizzano i nostri terreni”.
Nessun difetto quindi? “No, risponde Giuliano Tavernaro. Anzi, direi che c’è anche il valore aggiunto di poter realizzare un’intera filiera ‘Made in Italy’, dalla macchina al prodotto finito, che è sempre un vanto sia a livello commerciale sia in termini di soddisfazione professionale. In più e proprio perché marchio italiano, Caron ha un’attenzione verso il cliente che oltre a essere difficile da trovare tra i costruttori di transporter mi supporta tempestivamente per qualsiasi necessità”.