Gli 80 anni del gruppo Bcs tra innovazione, continuità e qualità

Secondo il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel, la Storia dell’Uomo è segnata da figure chiave – condottieri, imperatori, politici, imprenditori, tecnici e scienziati – che anziché farsi trasportare dagli eventi loro contemporanei han saputo cambiare il corso degli eventi stessi. Senza andare troppo a ritroso nel tempo e limitandosi al settore industriale, esempi in tal senso sono riferibili agli americani Steve Jobs e Steve Wozniak, che nel 1976 lanciarono il primo personal computer, piuttosto che agli informatici Tim Berners-Lee e Robert Cailliau, inglese il primo e belga il secondo, che nel 1991 posero le basi del sistema “World Wide Web”, quello che oggi è noto quale rete internet. Di esempi se ne potrebbero però fare tanti altri ancora, soprattutto se si accetta l’idea che ogni settore industriale trova al proprio interno personaggi che pur non essendo diventati famosi a livello globale molto han contribuito all’evoluzione dei rispettivi comparti.

80 anni del gruppo Bcs, tutto iniziò con una falciatrice

Uno di questi è sicuramente individuabile in Luigi Castoldi, ingegnere di Abbiategrasso che nel 1942 mise a punto la prima falciatrice semovente rivoluzionando il comparto foraggero e dando origine a una macchine ancora oggi strategica per il settore.

Lo stabilimento Bcs di Abbiategrasso (Milano)

Un impulso per l’intera filiera

Valeria Castoldi (a sinistra), Fabrizio Castoldi (al centro) e Giulia Castoldi (a destra)

“All’epoca – spiega Fabrizio Castoldi, presidente del gruppo Bcs – l’Italia era al suo secondo anno di guerra, era in crisi dal punto di vista economico e caratterizzata da un’agricoltura in gran parte basata su lavorazioni manuali, faticose e poco produttive. Fra queste lo sfalcio dell’erba, attività sviluppata in molte aree della pianura Padana e che impegnava migliaia di operatori con ritorni produttivi limitati. Mio padre intuì che meccanizzando lo sfalcio l’intera filiera agroalimentare avrebbe goduto di un grande impulso produttivo a sua volta foriero di positivi ritorni sulle economie locali e nazionale. Da qui la decisione di progettare e costruire un’attrezzatura semovente orientata a tale attività, macchina che ideò avvalendosi della collaborazione di due altri abbiatensi, Camillo Bonetti e Severino Speroni, i cui cognomi vennero poi ripresi a livello di sigla per denominare l’azienda che avrebbe prodotto la macchina, Bcs. Questa si concretizzò già nel 1943 con il modello ‘242’, ma a causa della Guerra solo nel 1945 Castoldi poté consolidare la produzione e iniziare a soddisfare le sempre più numerose richieste.

Bcs, un marchio protagonista da 80 anni

‘242’ era in effetti funzionale, leggera, maneggevole ed economicamente alla portata di tutte le aziende agricole e non fu un caso se inserì subito il Marchio fra i protagonisti della meccanizzazione agricola nazionale permettendogli poi di differenziare la produzione affiancando alle falciatrici i trattori monoasse, le barre falcianti professionali, le macchine professionali per la manutenzione del verde e i trattori isodiametrici, oggi core business del Gruppo”.

Nell’immagine “622”, erede della mitica “242” disponibile con motori ciclo otto da 12 e 16 cavalli o diesel da nove o dieci cavalli. Integra la frizione “PowerSafe” a dischi multipli in bagno d’olio e ad azionamento idraulico

Filosofia di produzione Kaizen

Valeria Castoldi (a sinistra) e Giulia Castoldi (a destra)

“Questi, continua Giulia Castoldi, responsabile marketing, nel frattempo era però entrato anche nel settore industriale producendo motosaldatrici, generatori di corrente e torri faro a marchio Mosa. Attualmente Bcs opera mediante tre stabilimenti ubicati ad Abbiategrasso, Luzzara e Cusago tutti operanti sulla base della filosofia di produzione Kaizen e che nel loro insieme danno luogo a una capacità produttiva di quasi 63 mila macchine/anno, quattromila delle quali costitute dai trattori. I dipendenti superano le 750 unità includendo anche le sei filiali ubicate in Cina, Francia, Germania, India, Portogallo e Spagna, punti di distribuzione e assistenza cui si affiancano poi un centinaio di importatori distribuiti negli altri Paesi del Mondo fra i quali anche gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi del Nord Africa”.

Emblema del più quotato made in Italy, il gruppo Bcs nella stagione 2021/2022 ha maturato un fatturato di circa 150 milioni di euro che nel 2022 sono poi saliti verso quota 200 milioni e che per un buon 63 per cento si legano all’export, un volume d’affari che permette ogni anno di investire somme importanti, una media fra il cinque e il dieci per cento circa del fatturato, in ricerca e sviluppo, sia a livello di prodotto sia sul processo.

Obiettivo automazione

“Non a caso – interviene Valeria Castoldi, responsabile proprio del continuo miglioramento dei processi di produzione – il Gruppo ha all’attivo oltre 50 brevetti i più recenti dei quali orientati all’automazione e alla robotizzazione dei trattori e alla sicurezza d’uso delle falciatrici e dei monoasse. Tutti gli stabilimenti vantano inoltre i più moderni e qualitativamente avanzati sistemi di produzione, aspetto che permette di inserire il Gruppo fra le realtà industriali più dinamiche e sane del Paese, oltre che fra quelle fortemente orientata agli utenti finali. In quest’ottica si inseriscono gli investimenti in atto per digitalizzare l’azienda mediante un programma Sap che permetterà di integrare in un unico grande network informatico operante in cloud tutti gli aspetti della produzione permettendo anche un contatto diretto fra azienda e utenti finali. Ne deriverà una riorganizzazione dei processi produttivi e una velocizzazione dei montaggi già oggi avviata con la rivisitazione di alcune linee di montaggio. Il progetto punta ad arrivare nel giro di un anno ad avere gli stabilimenti riconfigurati così da essere pronti per avviare le nuove produzioni che stiamo mettendo a punto”.



Qualche anticipazione? “Non è ancora il caso di parlarne in dettaglio – afferma l’ingegner Giuseppe Bava, amministratore delegato Bcs – ma non è un segreto che si stia lavorando all’elettrificazione dei monoasse, prodotti già ora richiesti dai mercati californiani e canadesi, e a una nuova macchina di alta potenza caratterizzata da contenuti tecnologici molto più avanzati degli attuali.

Previsti cambi “dct” e “cvt”

Recupereremo infatti le funzionalità rese possibili dagli algoritmi messi a punto per supportare il nostri trattori serie ‘Ai’, daremo vita a nuove trasmissioni a doppia frizione e cvt e renderemo teleguidate le macchine, una modalità operativa che successivamente aprirà la strada a discorsi di guida autonoma. A proposito di intelligenza artificiale, mi piace far notare che il gruppo è oggi l’unico costruttore di settore che ha fatto propria tale tecnologia giovandosi di algoritmi complessi messi a punto all’interno del Gruppo da uno staff di tecnici fra i quali rientrano anche matematici e informatici, figure professionali che normalmente solo avulse dal nostro settore. Per noi l’innovazione è quindi un concetto che crossa ogni divisione del Gruppo e non è un caso se siamo stati una delle prime aziende di settore a operare sulla base della filosofia Kaizen, tesa proprio a continuo miglioramento degli standard di produzione e quindi della qualità dei prodotti, sempre più caratterizzati da importanti contenuti di meccatronica e digitalizzazione oltre che da motopropulsori di nuova generazione.

Solo motori premium

Preciso che il gruppo Bcs come è noto non costruisce motori utilizzando solo le unità premium di mercato che meglio si adattano alle sue macchine, ma è comunque attento all’evoluzione del settore e stia lavorando sull’elettrificazione, in particolare sulla possibilità di ibridizzare le macchine attuali per dotarle di unità diesel di potenza e consumi contenute sostenute da un motore elettrico in grado di far fronte alle richieste di potenza di picco. Non rientrano invece al momento fra le nostre priorità la messa a punto di soluzioni full electric se non per le macchine di bassa potenza, mentre saremo aperti a discorsi di e-fuel, bio-fuel o di alimentazioni a idrogeno nel momento in cui diventeranno possibilità concrete e non semplici ipotesi di lavoro come sono ora”.

Bcs da 80 anni fedele alle proprie origini

Il gruppo Bcs, che celebra i suoi primi 80 anni di attività, si configura in definitiva oggi quale realtà industriale fedele allo spirito innovativo del suo fondatore, proiettato verso il futuro e fautore di un importante contributo allo sviluppo economico e sociale sia delle Comunità locali sia dall’intero paese come confermato anche dal Comune di Abbiategrasso che ha recentemente insignito Bcs della benemerenza civica “Leoncino d’oro 2023”.

Leggi anche: Le falciatrici Bcs “Dynamix R8″ a otto dischi per la fienagione professionale

Titolo: Gli 80 anni del gruppo Bcs tra innovazione, continuità e qualità

Autore: Redazione

Related posts