Psp: modifiche marginali

Le scelte avanzate dall’Italia nell’ambito del suo “Psp”, Piano strategico per la Pac, definiscono modifiche solo marginali rispetto l’attuale status quo normativo. Nessuno snellimento burocratico dunque e ancora soldi a pioggia a chi non svolge attività agricole o zootecniche in maniera prevalente e professionale.

9 OBIETTIVI COMUNI. Sostenibilità economica, ambientale e sociale. AUMENTARE LA COMPETITIVITA’ MIGLIORARE LA POSIZIONE DEGLI AGRICOLTORI NELLA CATENA DEL VALORE. SOSTEGNO AL REDDITO. AZIONE PER IL CLIMA. 9 OBIETTIVI DELLA PAC. CONOSCENZA E INNOVAZIONE. TUTELA DELL’ L’AMBIENTE. PRESERVARE I PAESAGGI E LA BIODIVERSITA’ RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEI CONSUMATORI IN MATERIA DI ALIMENTAZIONE E SALUTE. RICAMBIO GENERAZIONALE. PROMUOVERE LA VITALITA’ DELLE AREE RURALI.

La Politica Agricola Comunitaria versione 2023/2027 sta prendendo forma e l’Italia ha presentato a Bruxelles il suo “Psp”. Il Piano Strategico per la Pac che definisce nell’ambito del Regolamento Comunitario le scelte adottate dallo Stato per adattare le normative generali alla propria e specifica situazione. Quanto sopra accettando l’idea che l’ammontare complessivo delle risorse a disposizione dell’Italia nell’ambito del primo e del secondo pilastro si ridurranno dell’undici per cento circa.

La cosa non ha però portato a modifiche relative alla definizione di “Agricoltore Attivo” che resta sostanzialmente invariata. Consentendo una fascia di beneficiari enormemente più ampia di coloro che svolgono l’attività in modo prevalente e professionale. Una scelta discutibile visti i tempi, esattamente come quella di mantenere i titoli. La loro eliminazione avrebbe dato luogo a pratiche e gestioni più semplici e snelle. Ma la solita famigerata burocrazia ha vinto e quindi l’Italia ha scelto di mantenerli.

Niente nuovi titoli, solo il ricalcolo

Non ne verranno però assegnati di nuovi e gli attuali saranno ricalcolati inglobando il valore del greening nel titolo base e riproporzionando il tutto sulla base del plafond disponibile. Si assisterà anche a una riduzione del valore dei titoli con un meccanismo di convergenza. Meccanismo che nel 2026 darà luogo a una maggiore uniformità tra i valori. Anche se continueranno a esserci disuniformità fra le aziende che potranno continuare a trasferire o acquistare titoli. Con la nuova Pac sarà poi rafforzata la condizionalità. Quell’insieme di norme la cui applicazione da parte delle aziende agricole giustifica il pagamento del Premio Unico.

Eliminato finalmente il Greening

Saranno inglobate nella condizionalità le norme sul Greening, eliminato come pagamento a sé ma senza che vengano meno le norme di applicazione. Inoltre diventano obbligatorie per le aziende con più di dieci ettari di seminativi la rotazione annuale su tutte le colture e l’adesione alle norme sul rispetto del lavoro e dei lavoratori. Sparisce il cosiddetto “capping”, il tetto massimo agli aiuti. Quindi le aziende più grandi non vedranno tagliato il loro premio. Mentre la maggiore novità sarà rappresentata dagli “ecoschemi”. Impegni aggiuntivi volontari che daranno diritto a un premio supplementare. L’Italia ne ha previsti cinque relativi nel loro complesso al benessere animale e alla salvaguardia degli olivi di particolare valore paesaggistico.
Dalle sintetiche descrizioni di cui sopra si può evincere che la nuova Pac non porta novità eclatanti nella struttura normativa limitandosi a ridurre l’entità del premio unico che non sarà certo bilanciata dall’adesione agli ecoschemi. La condizionalità rafforzata aumenterà inoltre gli impegni delle aziende agricole con quelle del Nord vocate al mais e quelle del Sud alla granicoltura che dovranno vedersela con il divieto di monosuccessione.



Tutelato lo status quo

All’atto pratico si è di fronte a scelte nazionali certamente non fatte all’insegna del coraggio quanto, piuttosto, all’insegna del mantenimento dello status quo, con poche modifiche, peraltro millimetriche, avanzate più per non scontentare l’elettorato che per dare un futuro all’agricoltura nazionale. Quanto sopra vale ovviamente nel momento in cui si scrive, fine marzo, in quanto la guerra in Ucraina sta facendo comprendere che le politiche agricole degli anni passati, sistematicamente disinteressate alle produzioni a favore di altri interessi, abbiamo determinato una forte insufficienza alimentare che ora sarebbe il caso di risolvere.
Giusto propugnare una maggior sostenibilità ambientale dell’agricoltura, ma senza perdere di vista il suo obiettivo primario che, in Italia, è quello di sfamare 60 milioni circa di persone.

Psp: modifiche marginali

Autore: Fabio Fracchia

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