Inchiesta: anonimato no, trasparenza sì

A inizio gennaio destò scalpore l’inchiesta su un dossier anonimo secondo il quale i rapporti in essere tra Coldiretti, la neonata società Consorzi Agrari d’Italia e Bonifiche Ferraresi punterebbero a monopolizzare il commercio dei prodotti agricoli e dei relativi servizi. Si son chiesti lumi in tal senso ai diretti interessati.

Inchiesta: anonimato no, trasparenza sì CAI

Nei primi giorni dello scorso gennaio venne diffuso un dossier anonimo. Documento indirizzato ai più importanti protagonisti del Mondo agricolo italiano, alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato e alle procure della Repubblica. Ipotizzava irregolarità procedurali nel percorso che sta portando alcuni Consorzi Agrari italiani a confluire nella neonata società “Consorzi Agrari d’Italia spa”. Così come l’esistenza di manovre tese a creare un intreccio di interessi atto a monopolizzare il comparto agricolo nazionale. Quello che già accadde quando Coldiretti e Democrazia Cristiana intervennero per salvare Federconsorzi.

Anonimato no, trasparenza sì

Se così fosse, verrebbe da dire “niente di nuovo sotto il sole” parlando anche di “corsi e ricorsi storici” di Vichiana memoria. Ci sarebbe però anche da preoccuparsi pensando che Federconsorzi diede origine al più grosso crack finanziario dell’agroalimentare italiano. Fallimento i cui danni furono ripagati, come purtroppo è prassi, da tutti gli Italiani. Secondo l’estensore del dossier, il progetto sarebbe quello di alleare Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana, con Consorzi Agrari d’Italia. Così da permettere a Coldiretti di raggiungere il proprio scopo grazie alla presenza di suoi uomini fidati nei posti chiave delle due organizzazioni.

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Accuse dirette quindi, ma, come accennato, portate avanti in maniera anonima e non suffragate da prove. Aspetti che non depongono a favore dell’estensore del dossier. Questi ha in effetti messo a punto un documento formalmente ben concepito. Ma anziché avanzare argomenti fermi e ben suffragati, lo ha impostato sulla base di interrogativi lasciati senza risposta. Concepiti in modo da spingere il lettore a ritenerli pleonastici. Quindi, come tali, equivalenti a vere e proprie affermazioni. Una prassi tipica dei negazionisti di professione e dal sapore vagamente mafioso che scarica sull’accusato la responsabilità di provare la sua innocenza.
Intendiamoci, nulla di diverso da quello che fa l’Agenzia delle Entrate quando emette le sue cartelle esattoriali. E prassi non sempre estranea anche alle aule dei tribunali italiani, ma comunque scorretta e alla quale non è il caso di dar spazio.

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Vero è, però, che qualche perplessità sui rapporti in essere fra Bonifiche Ferraresi, Cai spa e Coldiretti è lecita. A maggior ragione se si pensa che proprio tali rapporti furono oggetto ai primi di dicembre di un’interrogazione parlamentare. Iter avanzato da alcuni senatori capitanati da Saverio De Bonis al Ministro dell’agricoltura, tesa a chiarire la presenza di eventuali conflitti di interesse.
Proprio per tale ragione, nell’interesse degli attori in atto, dell’intero comparto e per eliminare ombre e malintesi, si son poste domande specifiche ai diretti interessati. Nel box pubblicato nella pagina subito a lato la sintesi delle risposte pervenute dall’ufficio stampa Cai spa.

È vero che…

1) …i Consorzi confluiti in Cai spa lo han fatto in base a decisioni dei Consigli di Amministrazione e non già dalle Assemblee dei Soci?

Falso. Le decisioni che hanno determinato l’adesione dei singoli Consorzi Agrari a Cai spa sono state prese dopo molteplici delibere dei rispettivi Consigli di Amministrazione e delle rispettive Assemblee. Proprio le delibere finali di natura assembleare comportano il consolidamento dell’effetto giuridico. Come da Statuto, tutte le decisioni adottate dal Consiglio di amministrazione Cai spa hanno inoltre ricevuto delega dall’Assemblea dei Soci, affermazione suffragata dai relativi verbali.

2) …gli Amministratori di Cai designati da Bonifiche Ferraresi hanno potere di veto pur avendo quest’ultima una partecipazione societaria di minoranza?

Sì, ma limitatamente alle sole delibere tese all’acquisto di azioni riscattabili da parte delle società. In parole povere accade che lo statuto Cai spa preveda un meccanismo di bilanciamento dei poteri. Concede all’azionista di minoranza, che in pratica ha sostenuto gli investimenti in denaro più ingenti, un diritto di veto su alcune specifiche decisioni, ma ne circoscrive l’utilizzo solo ad alcune aree, non inficiando né comprimendo le materie che riguardano la mutualità dei Consorzi.

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3) …viene consentito il consolidamento dei fatturati dei Consorzi Agrari confluiti in Cai nel bilancio di Bonifiche Ferraresi?

Sì, ma senza obblighi e nel rispetto del diritto societario e del “principio del consolidamento dei fatturati”. Tale consolidamento rappresenta una libera scelta delle aziende e dei singoli azionisti che lo esercitano quindi secondo la propria discrezionalità. La possibilità di usufruire di questo tipo di regime fiscale è una pratica largamente diffusa non solo nell’ambito del settore agroalimentare. Ogni azionista Cai spa può decidere di consolidare o meno la sua partecipazione in piena libertà e nel pieno rispetto della Legge. Sapendo che il consolidamento dei fatturati potrebbero anche dar luogo per i singoli Consorzi a ritorni di utili maggior di quelli iniziali.

4) …Cai è retto da due società una delle quali fa capo al responsabile dell’area Economica di Coldiretti, Gianluca Lelli?

Sì, ma anche in questo caso nel rispetto della Legge. La giurisprudenza e la dottrina sono concordi nello stabilire che la responsabilità della gestione spetta sempre alle persone fisiche. Queste, in piena legittimità e secondo le direttrici del diritto tributario, possono però agire per mezzo di società. Per chiarire ogni eventuale dubbio in merito si può far riferimento alla “Massima” numero 100 del Consiglio Notarile di Milano di seguito sintetizzata. “È legittima la clausola statutaria di S.p.A. o S.r.l. che preveda la possibilità di nominare alla carica di amministratore una o più persone giuridiche o enti diverse dalle persone fisiche. Salvi i limiti o i requisiti derivanti da specifiche disposizioni di legge per determinate tipologie di società. Ogni amministratore persona giuridica deve designare … un rappresentante persona fisica appartenente alla propria organizzazione, il quale assume gli stessi obblighi e le stesse responsabilità civili e penali previste a carico degli amministratori persone fisiche. Ferma restando la responsabilità solidale della persona giuridica amministratore”.

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5) …come si conserva lo scopo mutualistico alla base della nascita e dell’esistenza dei Consorzi Agrari nel momento in cui il loro valore è trasferito a una società privata?

Lo statuto Cai spa stabilisce che i Consorzi non si limitano a gestire la partecipazione azionaria. Sono chiamati a una complessa attività di organizzazione dell’attività mutualistica sui singoli territori interessati. Gli atti parasociali che definiscono la governance dei Consorzi prevedono che questi possano proporre iniziative ed investimenti sui propri territori. Così come presentare proposte inerenti la rete territoriale di propria competenza, proporre soluzioni logistiche in un’ottica di riduzione dei costi e incremento dell’efficienza. Di loro competenza anche la gestione dei rapporti con gli Enti locali e le comunità economiche territoriali. Così come lo sviluppo diretto di iniziative sui territori e la stipula di contratti e accordi economico-commerciali. Questi qualora fossero migliorativi rispetto a quelli già individuati da Cai spa.

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